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U N   FR A N C O B O L  L  O    P E R    U N     R E P U B B L I C H I N O di Piero De Sanctis

La riproposizione di un francobollo commemorativo, per gli ottant’anni dalla morte del filosofo siciliano Giovanni Gentile, è l’ennesima provocazione dell’attuale governo fascista. Giovanni Gentile fu il principale sostenitore del governo Mussolini, di cui fu primo ministro della Pubblica istruzione. Fautore del più acceso nazionalismo, sia in campo filosofico che in quello politico. Fu il più convinto assertore della necessità di una politica di repressione contro il movimento operaio e la lotta partigiana. Fu travolto dalla guerra di Liberazione, che lo ritenne uno degli uomini più gravemente responsabili della collaborazione degli intellettuali italiani con il fascismo. Per questo fu giustiziato a Firenze nel 1944 da un reparto partigiano.

Al periodo in cui fu professore di filosofia nelle università di Palermo, Pisa e Roma, risale la riforma della scuola, che porta ancora il suo nome, acquistando largo potere sulla cultura italiana, finché al momento della costituzione della Repubblica Sociale Italiana, rinnovò la sua adesione al fascismo, il che gli costò la vita.

Come filosofo egli appartiene a quella lunga schiera di studiosi che ha come obiettivo la eliminazione della materia (vedi, da Platone in poi, passando per le varie credenze religiose medioevali al Vescovo Berkeley del 1700, per il quale la Natura esiste solo se la si può vedere, fino, ad arrivare all’età moderna, al filosofo fisico Mach che risolutamente affermava la non esistenza degli atomi). Se, con il più grande filosofo idealista Hegel la materia (ovvero la Natura) ancora esisteva, ancorché come degnazione dell’Idea (Marx), con Gentile si fa l’ultimo passo possibile: «c’è l’avanzarsi dell’ “Attualismo”- dice Eugenio Garin nella sua “Storia della filosofia italiana”, Ed. Einaudi – che doveva trionfare tra la fine della Prima guerra mondiale e la Conciliazione; e c’è un’incipiente affermazione autonoma di tutte quelle forme di irrazionalismo che dovevano via via manifestare il loro fascino fino alla Seconda guerra mondiale».

Si parla di Spiritualismo, Contingentismo, Convenzionalismo, Pragmatismo, ecc.; correnti di pensiero che, pur nella diversità delle forme, si diffusero in tutti i rami della cultura europea con caratteristiche comuni: negazione del valore conoscitivo delle scienze; negazione dei metodi delle scienze e valorizzazione dell’intuizione, del sentimento e della coscienza religiosa; ripresa della polemica romantica contro il movimento illuminista.

L’Attualismo non è, dunque, che l’eliminazione totale della Natura (materia): rimane solo il pensiero. «L’atto del pensiero pensante – dice Ludovico Geymonat in Storia del pensiero filosofico – costituisce, nella filosofia di Gentile, l’unica effettiva realtà, è questo il motivo per cui il suo sistema suole venire denotato come attualismo». Un pensiero che fa tutto da solo: si pone, si contrappone e si sintetizza, che, per Gentile, «non tramonta mai nel passato e non teme il futuro».

E, mentre il filosofo Gentile si trastullava con le sue elucubrazioni del pensiero pensante che pensa se stesso, con l’Atto in Atto e con l’Io Trascendentale, infuriava sulle nostre montagne, nel 1944, da nord a sud, la Lotta Partigiana in difesa della libertà politica concreta alla quale la migliore gioventù italiana sacrificava la propria vita.

 

Teramo 25 aprile 2024

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