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IL    FUTURO    È    OGGI di Piero De Sanctis

Nuvole nere si addensano sull’Europa. Venti di guerra soffiano impetuosi. Nulla sembra poterli fermare. Tutte le principali contraddizioni del vecchio sistema imperialistico di sfruttamento si sono inasprite. Per superare l’attuale grande crisi economica che la storia ricordi, che avvolge l’intero Occidente nel suo ineluttabile declino, i governi dei paesi europei e degli Stati Uniti, attuano la sempre valida politica della corsa agli armamenti, come unica e sicura fonte di superprofitti. Così avvenne, sia negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale, che in quelli che precedettero la Seconda guerra mondiale.

Oggi, una montagna di plus-valore, non pagato, estratto dallo sfruttamento bestiale degli operai e di tutti i lavoratori, viene destinato all’acquisto di armi micidiali di distruzione di massa fabbricate dalle grandi multinazionali e dal colosso militare-industriale americano, fautore di tutte le guerre da cent’anni a questa parte.  Gli Stati Uniti investono, nel campo militare, mille miliardi di dollari annui, più di quanto l’Europa, la Gran Bretagna, la Cina e la Russia messe insieme. Ma il crollo del dominio Usa sul mondo sta portando con sé anche il crollo economico e sociale dell’Europa, concepita, dall’Alleanza Atlantica, come mera e docile struttura pronta a fare la guerra alla Russia, su ordine americano. L’Europa è, dunque, secondo il disegno Usa e Nato, il teatro di future battaglie militari, della prossima, probabile terza guerra mondiale.

Ma a contrastare, nei fatti, tali macabre elucubrazioni di dominio assoluto sul mondo, ci sono, nell’altra metà del globo terrestre, la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, grandi potenze in ascesa che lottano per la pace. Il Brasile, la Russia, l’India, la Cina, il Sud Africa e tanti altri Paesi usciti dal colonialismo e dal neocolonialismo, costituiscono, oggi, una grande giovane forza che lotta contro la barbarie statunitense, per la conquista della pace e del socialismo.

 

Teramo 4 giugno 2024

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