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SOLO   IL   SOCIALISMO   SALVERÀ   L’EUROPA di Piero De Sanctis

Dopo quasi un secolo di pace in Europa, grazie alla presenza di una grande forza pacifista quale era l’Unione Sovietica, da tre anni le nazioni europee sono impegnate in una guerra sanguinosa, che non ci appartiene, voluta e sostenuta dal sistema guerrafondaio industriale – militare americano, contro la Russia. Secondo Trump l’Europa deve “regalare”, anzi, come se fosse dovuto, 800 miliardi di euro per acquisti di armi americane e combattere, al posto dell’America, contro i russi. Non è un segreto che l’Europa, per Trump, dovrebbe essere distrutta.

Ma il plurimiliardario palazzinaro Trump non consce la storia del mondo. Non sa che il sistema socialista è nato e sviluppatosi in Europa e che ha prodotto i più grandi movimenti rivoluzionari della storia, a partire dalla pubblicazione, dal gennaio del 1848, del Manifesto del partito comunista. In quest’opera dice Lenin «vengono delineate con chiarezza e vivacità geniali la nuova concezione del mondo…la teoria della lotta di classe e la funzione storica del proletariato, creatore di una nuova società».

Marx vide, nella guerra civile americana (1861-’65) nella lotta contro il sud schiavista, un grande principio progressista. Pubblicò più di 40 articoli sul New York Daily Tribune e un numero imprecisato di lettere sulla guerra civile Usa, con le quali prendeva posizione, non solo a favore dei lavoratori indipendentemente dalla loro nazionalità e dal colore della pelle, ma rappresentavano, nel contempo, una concreta espressione dell’internazionalismo dei lavoratori. Marx attribuiva grande importanza internazionale alla guerra civile americana perché prevedeva che questa avrebbe dato nuovo impulso al movimento democratico operaio europeo.

La Comune di Parigi del marzo 1871 fu salutata da Marx come uno dei più grandi eventi rivoluzionari del proletariato mondiale e dei parigini, «pronti a scalare il cielo». Nel celebrare l’eroismo dei comunardi, Marx disse: «Parigi operai, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti». Fu l’inizio della rivoluzione in Europa.

Il contenuto storico-politico del XX secolo è, senza ombra di dubbio, la transizione della società umana dal capitalismo al socialismo, iniziata con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 in Russia e continuata con la rivoluzione cinese, proclamata il 1°ottobre 1949, Repubblica Popolare cinese. Rivoluzioni che caratterizzeranno e influenzeranno tutti gli avvenimenti storico-sociali del secolo.

Secolo che ha visto il crollo, durante la prima e la seconda guerra mondiale, degli imperialismi europei, responsabili e fautori del nazifascismo, la liquidazione del vecchio sistema coloniale, la nascita delle rivoluzioni socialiste e nazionali di liberazione. Con la Rivoluzione d’Ottobre, dice Lenin, «noi abbiamo creato un tipo di Stato sovietico, inaugurando così un’epoca nuova nella storia mondiale, l’epoca del dominio politico dei lavoratori e che ha preso il posto dell’epoca del dominio della borghesia». Essa provocò il panico e l’odio dell’alta finanza mondiale e dei monopolisti di tutto il mondo, i quali dovettero constatare la loro impotenza, nonostante avessero, per ben due volte, cercato di distruggere sul nascere il primo stato operaio. Una prima volta (1917-’20) con l’intervento militare straniero (truppe inglesi, francesi, americane e giapponesi, sferrarono un attacco contemporaneo sia al nord che ad est della Russia), e una seconda volta (1941-’45), che si concluse con la disfatta dei regimi nazifascisti di Germania, Italia e Giappone.

Ma i secoli XX e XXI, hanno anche visto la distruzione dei partiti comunisti europei e la grande vittoria dell’opportunismo politico nel movimento operaio occidentale e nei suoi organismi dirigenti, con il conseguente ritorno al potere del vecchio sistema di sfruttamento: finanziario-imperialistico-statale, responsabile della guerra in Europa e nel Medioriente.

Ma l’Occidente è solo 1/3 del pianeta Terra, sia per estensione che per numero di abitanti. Gli altri 2/3, che il coraggioso e preparato giornalista Pino Arlacchi, chiama il Grande Sud (Brics), sta rivivendo «una crescita di portata epocale dal punto di vista socio-economico, culturale e del progresso etico politico».

Chi sa se questo poderoso movimento mondiale del Grande Sud non porterà in Europa, patria del socialismo, un’ondata di aria nuova?

Teramo 24 maggio 2025

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